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Scrivere che passione

Per me è una passione ma anche un bisogno fisico, se guardo indietro riconosco questa mia necessità fin dall’infanzia. Ero una bimba molto timida,  avevo difficoltà ad esternare le mie emozioni, sostanzialmente pensavo che non interessassero a nessuno e mi tenevo tutto dentro, ma le emozioni c’erano, eccome.

Un giorno accadde che la mia nonna materna lasciò la casa che aveva abitato per moltissimi anni, una casa io avevo conosciuto fin da piccolissima..la guardavo mentre imballava le ultime cose e vedevo il suo sguardo triste, tante cose che le erano care non non avrebbero potuto seguirla nella sua nuova abitazione e lei ne soffriva terribilmente.

Andai a scuola quel giorno con la sensazione che mi scoppiasse il cuore da un momento all’altro, il pensiero era costantemente rivolto alla mia nonna e al suo dolore, ma non riuscivo a parlare con nessuno di quello che sentivo… poi la mia maestra ci diede un tema da fare in classe, il titolo era: “Racconta un episodio che ti ha fatto soffrire”. Fui un fiume in piena, riempii di getto il foglio protocollo e, come per incanto,  cominciai a stare meglio.

Il giorno dopo la maestra portò i temi corretti e inaspettatamente mi chiamò accanto alla cattedra e mi invitò a leggere ciò che avevo scritto… credo di essere diventata color porpora… ma presi coraggio e lo feci. Era stato il tema migliore in assoluto .. mi guadagnai la coccarda blu da portare sul petto per una settimana.

Credo che sia questa la prima volta che racconto questo episodio, non dissi nulla a nessuno nè del mio dolore, nè del mio successo scolastico… ma a distanza di anni,  credo proprio che il desiderio di mettere su un foglio le mie emozioni, le mie sensazioni, i miei sentimenti sia partito da quel tema in classe.

foglio e penna fanno la felicità....

Battisti, una poesia..

In questi giorni senti le sue meravigliose canzoni ogni volta che accendi la radio o la televisione, con la sua voce particolare riesce a rendere unico il pezzo che interpreta e ogni volta che lo ascolto mi accorgo di canticchiare con lui, di sapere a memoria parole e intonazioni. Non potrebbe essere diversamente perchè Lucio ha fatto compagnia a me e mio marito in mille viaggi in auto, su e giù per i passi dolomitici, sui sentieri in mezzo ai boschi… era lui che riusciva a catalizzare l’attenzione dei miei figli seduti sul sedile posteriore dell’auto, con le sue  canzoni che erano poesie di vita vissuta . Il merito non era tutto suo, dobbiamo a Mogol i testi dei brani musicali che componeva,  insieme creavano brani  di straordinaria bellezza. Gli anni sono passati ma noi lo riascoltiamo sempre con emozione, ora la sua voce particolare non esce più dal mangianastri di antica memoria, ma dall’ ultra teconologico Ipod che i miei figli ci hanno regalato lo scorso anno.  Fortunatamente il risultato non cambia,  grande era e grande è anche oggi il nostro Battisti.

Amici di penna

La poesia che ho pubblicato nel post precedente è stata scritta da Germano Capurri, un caro “amico di penna” che ho conosciuto virtualmente dopo aver pubblicato alcuni libri. Mi contattò lui tramite questo blog perchè era in procinto di realizzare il suo libro di poesie e il dialogo tra noi è diventato piacevole. Questa è un’altra meraviglia della rete e dei blog, trovare persone con le quali sei in sintonia e poter condividere con loro emozioni ed esperienze.

Germano scrive benissimo, spesso mi leggo e rileggo il suo libro di poesie perchè ogni volta ci trovo qualche cosa in cui mi identifico. Credo che un poeta debba trasmettere emozioni e lui ci è riuscito perfettamente.