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La forza di tendere la mano

…e  di andare oltre il rancore, la rabbia, le recriminazioni. Per oltre tre anni non sono riuscita a superare il male che mi avevano fatto due persone anziane a cui voglio molto bene, ora sono più forte e vedendole  nei giorni scorsi  ho provato tanta pena e la voglia irrefrenabile di abbracciarle  allora ho smesso di pensare a me e ho pensato a loro. Ho trovato la forza di tendere la mano e di dire : “dai andiamo avanti senza parlare  più del passato e cercando di vivere al meglio il futuro per quanto tempo ci è dato di vivere. Stiamo  solo  attente a  non farci più del male, ognuno con le proprie cicatrici, ma insieme”.  La risposta è stata positiva. Ce la metterò tutta anche se so che nulla sarà come prima, ora ho la forza per poterci provare.

Odio

Perchè mi odi tanto? Perchè hai tutto questo rancore nei miei confronti? Che cos’è.. invidia, insicurezza o che altro? Oggi mi sono venute in mente alcune tue frasi, i tempi erano altri, ma forse adesso, dopo l’uragano che ci ha travolti tutti, acquistano un peso che allora non avevo saputo dare: “...sono sempre di serie B..“, “... si fidano solo di te...”, “.. che palle con questa  tua famiglia...”  e poi tutte quelle ricorrenze  che disertavi con le scuse più banali e l’affannoso ribadire che tu dovevi pensare prima a te stessa;  ad ogni mia richiesta di aiuto la litania era sempre quella, “.. non posso,  devo lavorare, ho delle priorità ….” Eppure il problema di cui ti parlavo era anche tuo, doveva essere anche tuo.  Le spalle grosse della famiglia però  erano da sempre le mie e su queste spalle ci sono saliti tutti, anche tu.  Nessuno ha mai saputo  quanto mi costava  essere come volevano che fossi.. un problema che mi portavo fin da bambina, quando per farmi amare da mia madre avrei fatto di tutto, ma ora è tutto chiaro , ora ho capito che   si appoggiavano tutti su di me per lasciare te, la piccola di casa, libera di fare la tua vita. Quando la situazione si è fatta insostenibile e  la mia famiglia ha rischiato di esserne travolta,  ho “osato” metterti davanti alle tue responsabilità e la tua reazione scomposta non si è fatta attendere, la tua frase di allora era stata agghiacciante  “..investirò sulla persona più sana, quella che è stufa di vivere con  un demente…” , non la dimenticherò più.

Poi hai  fatto  seguire i fatti ed è stata la fine di tutto.  Ma la domanda è sempre la stessa, io che cosa ti ho fatto? Mi odi perchè hai dovuto decidere tu per una volta… o perchè la  decisione che hai preso  ha avuto conseguenze terribili? Mi odi perchè  hai scoperto che le cose sono andate come avevo previsto o per il  rimorso che provi?  Non mi hai più rivolto la parola dopo che la morte ha bussato alla nostra porta, in Chiesa davanti alla bara eravamo su due panche diverse, il mio volto rigato dalle lacrime  e il tuo asciutto, come  indifferente  e poi …

..e poi basta, con quella morte è finito tutto… parentele, rapporti, ricordi.. tutto cancellato da te e da chi ti ha dato credito.  A volte il rimorso gioca brutti scherzi, si preferisce rompere i rapporti  per fingere che nulla sia accaduto…e ora, dopo tre anni, l’odio e la negazione  ti sono compagni di vita e a me restano tante domande  senza risposta.

rimorso